Antimafia

ANSA (di Lirio Abbate) (ANSA) - ROMA, 21 MAG


L'ex boss mafioso, Giovanni Brusca, rivela nell'aula bunker di Rebibbia il coinvolgimento di un uomo delle istituzioni nella trattativa con Riina dopo la strage di Capaci. E lo fa mentre a Palermo lo Stato e le associazioni antimafia preparano le cerimonie per ricordare, il 23 maggio, l'uccisione di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti di scorta.

La coincidenza temporale arriva con la deposizione del collaboratore di giustizia - che e' anche lo stragista che ha premuto il pulsante del detonatore che ha fatto esplodere l'autostrada a Capaci - nel processo al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento alla mafia, per un mancato blitz, nell'autunno del 1995, nel palermitano, che avrebbe potuto portare all'arresto di Bernardo Provenzano.

''Riina - dice Brusca - mi disse il nome dell'uomo delle istituzioni con il quale venne avviata, attraverso uomini delle forze dell'ordine, la trattativa con Cosa nostra''.
Brusca racconta che tra la strage di Falcone e quella di Borsellino ''persone dello Stato o delle istituzioni'' si erano ''fatti sotto'' con Riina, il quale aveva loro consegnato un ''papello'' di richieste per mettere fine agli attentati.

Per la prima volta in un pubblico dibattimento, Brusca afferma di aver saputo da Riina il nome della persona a cui era rivolta la trattativa. Ma, quando il pm Nino Di Matteo gli chiede di farlo davanti ai giudici quel nome, Brusca si ferma - come mai aveva fatto - e dice: ''Mi avvalgo della facolta' di non rispondere, perche' su questa vicenda vi sono indagini in corso e non posso rivelare nulla''.

Il riferimento e' all'inchiesta che viene condotta dalla procura di Caltanissetta, guidata da Sergio Lari, che da mesi ha avviato nuove indagini sulle stragi del '92. Per il pentito ''non so se vi e' stata un'accelerazione per la strage di Borsellino, posso pero' dire che quell'attentato mi ha sorpreso come fatto esecutivo''.

Rispondendo alle domande dei pm Antonio Ingroia e Nino Di Matteo, Brusca sostiene di non essere stato sorpreso per l'uccisione di Paolo Borsellino, ma per il modo con il quale e' avvenuto.

E tornando a parlare dei contatti con la politica, il collaboratore ricorda che dopo l'omicidio di Salvo Lima, nel 1992, molti politici si offrirono al servizio di Cosa nostra, tanto che qualcuno propose al capomafia ''un contatto con la Lega di Bossi. Ma non so cosa ne fece''.

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